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venerdì 30 gennaio 2009

Roma non abbandona le vittime della violenza


Il Comune di Roma in una seduta straordinaria del consiglio presieduta dal Sindaco Alemanno tenutasi il 29 gennaio, ha dichiarato che si costituirà sempre parte civile nei processi che vedono coinvolte donne che hanno subìto stupri e violenze nel'ambito territoriale capitolino.

E' una conquista che fa onore al primo cittadino della Capitale, perchè conferma ancora una volta che la città, la grande metropoli non è sorda al grido di aiuto che viene da una donna vittima dell'altrui brutalità.

Naturalmente tutto ciò non basta ha dichiarato il Sindaco, ma occorre sempre di più una consapevolezza della cultura della vita, che sappia unire il rispetto e la considerazione verso gli altri senza con ciò privarsi di un divertimento, di uno svago, come la discoteca, il night, i locali di ritrovo giovanili.

E' infatti opportuno creare un sistema di monitoraggio di questi luoghi al fine di garantire l'incolumità e la sicurezza per tutti coloro che li frequentano, specie le donne.

Ma è altresì opportuno dare ai giovani nuovi stimoli e opportunità, al fine di far nascere in loro un nuovo modo di " fare aggregazione" che non sia il branco, bensì il gruppo.

E alle donne una possibilità in più per sentirsi cittadine a tutti gli effetti senza la mortificazione di essere additate come le " povere vittime" di una società malata di menefreghismo.

domenica 25 gennaio 2009

La donna: vittima senza pace


La violenza sessuale sulle donne sta toccando livelli da record: Roma sta detenendo il primato di questa triste e amara classifica dall'inizio del 2009, di questa escalation che non ha fine.
Non è possibile che nell'era tecnologica, dei sistemi software più avanzati, si viva ancora pensando alla donna solo " in quel senso"? E non venite a dirmi che è colpa di certi modi di vestire, di atteggiarsi, ecc. perchè a quanto pare il maiale di turno si attacca pure alla donna matura che non va certo vestita con pantacollant o minigonne mozzafiato...
Ormai stiamo regredendo come ai tempi dei marocchini in Italia durante l'ultimo conflitto mondiale, quando per soddisfare i loro sporchi appetiti si accontentavano di qualunque donna si fosse trovata sulla loro strada. Tanti uomini e donne sono nati da quegli accoppiamenti selvaggi, allevati da madri anche ragazzine, vittime di un sopruso del quale si sono chieste il perchè per tutta la vita.
Oggi non è più concepibile tutto questo: i marocchini di allora hanno lasciato i loro degni eredi, solo che, mentre a quei tempi l'Italia era allo sbando a causa di una guerra, adesso lo Stato è chiamato a difendere le donne e le ragazze di qualunque nazionalità esse siano e che vivono in Italia da un'altra guerra: quella innescata da una magistratura che, in quanto a giustizia, lascia molto a desiderare.
Forse tocca vivere sulla propria pelle certi episodi o su quella di familiari ed amici, anche se da parte mia non lo auguro proprio. Arresti domiciliari a chi ha rovinato per sempre la vita di una ragazza non ha scusanti nè giustificazioni: la certezza della pena ormai deve diventare il chiodo fisso per ogni donna che voglia salvarsi da questa orrenda spirale.
Firmiamo in massa noi donne questa petizione voluta dal Movimento per l'Italia di Daniela Santanchè e appoggiata da chi crede nella vera giustizia, e non in quella fatta di sole parole buone in campagna elettorale per racimolare voti. Essere donna è un diritto inviolabile, non uno strumento, come avviene per un certo modo di fare politica, per acquistare poltrone in Parlamento!

lunedì 19 gennaio 2009

C'è sempre qualcosa dietro...

E' uscito un bando di concorso da parte di un noto ufficio finanziario sui giornali di annunci che si trovano in edicola, e la cosa che balza agli occhi leggendo le locandine è che si tratta di assunzioni aperte a tutte le fasce di età e a tempo indeterminato. Naturalmente di questi tempi, nei quali il fenomeno " lavoro" sta assumendo una fisionomia da Araba Fenice, per la quale si era coniato il detto " Che ci sia ciascun lo dice dove sia nessun lo sa", leggere parole come " aperto a tutti" non può non far pensare ad un miracolo. Subito ci corre all'acquisto del giornale, 2€ spese bene si spera, e freneticamente si va alla pagina che ci interessa. Si scorre il tutto...laurea ok c'è , autocertificazione sulle varie posizioni civili e di status, insomma tutto bene, ma ecco l'handicap: la lingua straniera!!! Ora chi è della mia generazione e si è laureato in discipline giuridiche, ai suoi ( e miei tempi) la lingua straniera non era contemplata nel piano di studi, a differenza forse di oggi, visto che le lingue straniere ( giustamente) vengono insegnate pure ai neonati.
Ecco l'inghippo: si dice che sono assunzioni aperte a tutti, poi man mano si scopre che in realtà chi è favorito è il trentenne non certo il cinquantenne. Che fregatura!
La verità è che da più parti gli over 40 stanno sollevando polveroni circa l'impossibilità di accedere al lavoro in maniera lineare se non tramite spinte e raccomandazioni, per cui si è pensato di farli tacere con il " contentino" del posto aperto a tutti che in realtà aperto non è .
Lavorare è un diritto non un optional, soprattutto oggi, e non ci si può prendere gioco delle persone disperate che cercano di vivere dignitosamente senza elemosinare il tozzo di pane.
Che colpa ne hanno se sono nate prima e ai tempi loro tante pretese non c'erano? Chi frequenta i corsi di laurea in giurisprudenza sa che esistono, all'interno del corso, vari indirizzi ( oggi non so se sono cambiate le disposizioni), umanistico ed economico, ossia nel piano di studi si possono inserire esami complementari aventi natura umanistica, tenendo fermi i principali come civile, penale, ecc. come quelli avente natura economico tributario.
Ebbene a seconda della tipologia di concorso e delle figure richieste, ci si può trovare in difficoltà.
Chi ha studiato, come me, più materie umanistiche si può trovare handicappato in presenza che so, di contabilità aziendale e diritto tributario!
Ecco ...c'è sempre qualcosa dietro che non va!

sabato 10 gennaio 2009

La legge è umana, la giustizia è divina


Solo 16 anni ha avuto Luca Delfino, l'uomo che massacrò, fino ad ucciderla, la ex fidanzata e non l'ergastolo come tutti si sarebbero aspettato.
E così un altro caso di malagiustizia si è fatto avanti in Italia, per accrescere il numero degli scontenti e dei delusi di un sistema giudiziario che fa acqua ormai da troppe parti.
Certezza della pena, protezione del cittadino sotto il profilo della dignità e della sicurezza, sono gli obiettivi del MPI- Movimento per l'Italia di Daniela Santanchè, che il 9 gennaio ha dato vita a Roma davanti al Tribunale Penale di P.le Clodio ad un sit in di protesta per questa infamia contro le famiglie delle tante vittime di omicidi e violenze, che si vedono negata la giustizia a cui anelano per diritto. Una raccolta firme, già da tempo iniziata e a Roma curata dal gruppo del MPI capitolino guidato dal capogruppo regionale Fabio Sabbatani Schiuma, per chiedere la riforma della giustizia in merito alla cosiddetta " pena certa", ha monopolizzato l'attenzione della gente in transito davanti all'ufficio giudiziario, per lo più avvocati e magistrati, e la presenza attiva della stessa Daniela Santanchè ha dato un contributo importante alla sensibilizzazione popolare sul problema in oggetto.
" Occorre richiamare sempre più l'attenzione cittadina su questi spinosi problemi" ha detto la leader del MPI alla stampa convenuta in p.le Clodio" perchè la giustizia non può essere considerata l'ultimo scalino delle priorità civili, ma è la pietra miliare su cui si poggia la società democratica e moderna. Dare certezza alla pena è ridare fiducia alla gente nelle istituzioni".
Comunque un fatto è certo: la legge è fatta dagli uomini, soggetta ad interpretazioni personali, a modifiche, mentre la giustizia, il senso morale che da essa traspare non sempre si può attribuire all'uomo perchè da questi è facilmente travisata...solo Dio è giusto giudice delle nostre azioni.
E solo avendo chiaro questo concetto, si può capire la necessità di contare su una classe giudiziaria all'altezza di questo ruolo, capace di applicare le pene in modo giusto, corretto, civile. E soprattutto certo.