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giovedì 9 dicembre 2010

SE FELTRI NON AVESSE FATTO IL GIORNALISTA....

Nessuno sa meglio di un professionista come Feltri cosa voglia dire giornalismo...è quel meccanismo ingarbugliato dove per voler dire la verità spesso si rimane intrappolati in un ingranaggio difficile da sbrogliare.
Non mi soffermo sul caso che ha dato spunto all'Ordine dei giornalisti di sospendere per 3 mesi il noto e battagliero direttore del Giornale, ma su come oggi sia difficile fare questo mestiere. Io sono una giornalista pubblicista, anche se non ho avuto la soddisfazione di poter scrivere su qualche testata a livello di quotidiano, e mi chiedo se, in tempi come questi, la verità, quella vera, non il gossip, sia ancora un target importante per chi vuole fare del giornalismo un ponte tra il lettore e la notizia.
Molti bravi reporter, con anni di esperienza sul campo alle spalle, sanno che essere razionali, scrivere mettendo la propria idea, arrivando a scontrarsi con il qualunquismo e l'apparenza, significa essere tagliati fuori.
Negli anni di piombo il mondo del giornalismo ha visto più morti che Caporetto...ricordiamo Walter Tobagi ad esempio, Giancarlo Siani, Carlo Casalegno per non dimenticare Mauro De Mauro. Dalle BR alla mafia, alla camorra e organizzazioni malavitose, è stata un'escalation continua di sangue sparso per onore di verità.
La figura del giornalista scomodo, che vive di reportage senza peli e ombre, cozza con quella " dei salotti" e talk show, dove molti si pavoneggiano, come un tal Michele ( che non è lo zio di Avetrana), a difensori del giusto a proprio vantaggio economico e ideologico.
Il giornalista vero la sua idea la tiene per sè soprattutto se la platea che lo ascolta è formata da persone che non potrebbero essere in sintonia col suo pensiero.....questo è rispetto e democrazia.
Oggi va di moda il giornalista impegnato, intellettuale, che fa comizio anzichè limitarsi a raccontare la vita quotidiana, anche politica. Ma senza metterci del suo, perchè chi ascolta ciò che egli dice in un programma, tra l'altro della televisione pubblica oberata dal canone, non deve sentirsi condizionato. E' difficile poter dunque essere giornalista fuori dal coro, un coro ormai diretto da una poltiglia di pseudo intellettualismi che ci riportano con la mente agli anni dei gruppuscoli di estrema sinistra, dove la famigerata frase " nella misura in cui" era il baluardo di una classe giornalistico - rivoluzionaria, rivelatasi poi un misero buco nell'acqua.
Se Feltri non avesse fatto il giornalista sicuramente avrebbe optato per il mondo esoterico, laddove per capire questa società in mano agli imbavagliatori ci vuole una destrezza paragonabile alla Sibilla Cumana....e il buon Vittorio è troppo intelligente per lasciarsi sfuggire ogni minimo dettaglio per smascherare i buchi neri della nostra amara quotidianità....la verità ci fa liberi ha detto S. Giovanni ( Vangelo, cap. 8-32) ma bisogna saperla difendere contro chi della libertà non ha alcun rispetto....chi la dura la vince caro Feltri, nessuno può soffocare la parola perchè con la morte di essa muore pure il diritto di essere cittadini democratici...l'Italia non è un gulag...

martedì 7 dicembre 2010

E' importante capire per non avere preconcetti......

Dal giornalista rumeno Costel Antonescu riceviamo e pubblichiamo questo interessante articolo dal titolo: " I rom non sono rumeni"..lascio a voi il giudizio...

http://forzanuovacampoli.blogspot.com/2010/11/i-rom-non-sono-rumeni.html

lunedì 16 agosto 2010

Dagli amici mi guardi Iddio...

L'Italia sta attraversando un momento non facile dal punto di vista politico, ma ciò che rende perplessi è che tale crisi non nasce per questioni legate all'attività di governo ma in realtà per motivi legati sicuramente allo .....scettro di comando. Pochi giorni fa Marcello Veneziani, in un suo articolo dal titolo " La sindrome di Gianfranco" ha messo in risalto a chiari tratti ciò che ha dato vita a questo gossip estivo: il ruolo di comprimario all'ex capo di AN non bastava più .
Senza contare poi lo scandalo della casa di Montecarlo, che ha messo alla gogna Fini e chi sapeva tutta la storia. Rimango tuttavia del parere che il grande nucleo familiare del PDL avrebbe bisogno di una ritoccatina all'interno, darsi un organigramma serio dal quale non si può prescindere. Ora, così com'è, è fragile nella sua struttura, è facile per chiunque lasciarsi prendere dalla frenesia del comando, soprattutto se, prima dello scioglimento del proprio partito, si era un leader indiscusso, carismatico.
L'Italia, a differenza dell'Inghilterra, Stati Uniti, ecc. non era preparata al governo con un blocco definito: i cosiddetti conservatori e laburisti, repubblicani e democratici hanno alle spalle un consolidamento frutto di anni di preparazione politica che noi purtroppo non abbiamo.
Diamo atto al grande carisma e preparazione di Berlusconi, un leader che ha saputo dare un'impronta nuova ad un governo stanco e stantìo, tuttavia, se posso dire la mia, la creazione del PDL e la sua contemporanea scesa in campo sono state troppo ravvicinate: non c'è stato il tempo materiale per metabolizzarle e perfezionarle.
Comunque ora l'incubo del voto anticipato si fa più vicino: e ciò che fa rabbia è per un motivo di....poltrona!

venerdì 16 aprile 2010

Vaticano e pedofilia: il dito puntato


Mai come ora la Chiesa sta attraversando un momento troppo delicato della sua storia: la vicenda dei preti pedofili fa ridiscutere ancora una volta sul tema del celibato sacerdotale, molla, secondo alcuni, del comportamento perverso di alcuni sacerdoti.
Puntare il dito sul Santo Padre mi sembra alquanto eccessivo e assurdo: una personalità rigorosa come quella di Joseph Ratzinger non può venir coinvolta in una vicenda al di là del proprio modus vivendi. E se nel coro di Ratisbona sono accaduti episodi di pedofilia non possono vedere imputato l'anziano fratello del Pontefice, poichè tali fatti non erano certo a lui comunicati e oltretutto la sua posizione alquanto delicata come parente stretto del Papa non può essere oggetto di gossip scandalistici a vantaggio dei giornaletti e riviste rosa.
Tuttavia dire che la Chiesa sia più tollerante coi pedofili in tonaca piuttosto che con le coppie gay è dire un'eresia molto acuta e rimarcata, perchè è fatto provato che la laicità troppo stretta fa vedere le colpe in seno alla Curia anche quando non ci sono.
Sicuramente i non credenti mi taceranno di bigottismo alla 100a potenza, ma il mio pensiero non è, attualmente, quello di giudicare i torti o le ragioni, bensì di capire i motivi perchè, ogniqualvolta ci sia un episodio più o meno grave riferito alla vita umana, si dia colpa al Vaticano. Questo continuo dito puntato mi fa vedere come l'etica umana sia diventata oggetto di mutamenti facili di pensiero, influenzati dal fattore politica più che da quello morale.
Infatti il Vaticano, nella persona del Pontefice, è sempre visto come l'entità che " vuole impicciarsi dell'uomo" che impone regole e diktat come un padre padrone, senza pensare che il Papa non impone ma SUGGERISCE comportamenti da tenere in certe circostanze della vita.
La questione aborto ad esempio: la Chiesa vede in esso un omicidio a pieno titolo, mentre lo Stato lo fa rientrare nella scelta della donna. Ebbene, a rigor di logica, l'aborto non può essere definito una scelta da parte dello Stato laico perchè E' PROPRIO LO STATO CHE HA PROMULGATO LEGGI SPECIFICHE PER LA TUTELA DELLA DONNA. Chi non vuole il neonato, lo partorisce e lo lascia in ospedale, senza riconoscerlo, è un diritto della partoriente. Quindi? Che fa lo Stato? Fa la legge e poi non la osserva e fa osservare? Ecco la contraddizione in primis.
Come l'eutanasia. Le persone che soffrono, specie i malati terminali, i comatosi, non hanno la lucidità mentale per capire la propria scelta di porre fine alla vita, e sta a noi far si che questo insano desiderio non si esaudisca. Il malato fa pena, ma non siamo padroni della sua vita, essa non fa parte del nostro bagaglio umano, ragion per cui non si capisce perchè l'eutanasia non venga equiparata all'omicidio e trattata come tale....il nostro ordinamento per fortuna a questo ci è arrivato.
E di tutto ciò i movimenti laicisti incolpano il Vaticano, perchè in esso vedono un freno alla propria smania di libertinismo da non confondere con la libertà. Esseri liberi di scegliere nasce proprio dalla volontà di Dio attraverso il libero arbitrio che i credenti considerano la molla della vera libertà, alla base della quale ci deve essere comunque discernimento, valutazione delle conseguenze del pro e del contro.
Mentre la cultura atea laicista non lascia spazio a scelte: è come dice essa, punto e basta, tant'è vero che instaurare un dialogo con un non credente è alquanto difficile e impossibile.
Resta il fatto (e concludo) che il Concilio Vaticano II ha aperto una nuova frontiera per il cristianesimo cattolico, portando la società ad un rapporto aperto con la Fede, mentre chi si ostina a non vedere questo cambiamento e a sparare ignobili eresie contro la Chiesa è, a parer mio, più bigotto di un sepolcro imbiancato perchè non vede altro che una retrocessione della mentalità umana voluta dal proprio egoismo.

mercoledì 3 febbraio 2010

Non è come si crede....

La prostituzione, considerata l'antico mestiere, è vista come un'attività " voluta" dalla ragazza che la svolge, ma non è così. Oggi la strada è la banca preferita di chi sta dietro a questo sfruttamento, i cosiddetti " protettori" , papponi, magnaccia, ecc. che viaggiano in fuoristrada di lusso e che possono permettersi di fare la bella vita alla faccia di queste poveracce, per lo più dell'est europa.
Esse, lo sappiamo, provengono dai quei paesi poveri, da pochi anni usciti dal comunismo, che si sono trovati catapultati in un occidente benestante senza averne i mezzi e con un'economia veramente triste.
Ecco che le ragazze vengono in Italia, illuse da qualcuno senza scrupoli col miraggio di un lavoro serio, onesto, che possa permettere loro di crearsi un giorno un futuro nel proprio paese, dove hanno lasciato parenti e familiari, ai quali hanno promesso un aiuto economico una volta sistemate....
Già...sistemate però per le feste, perchè una volta arrivate, sono picchiate, minacciate e costrette a stare in strada, pena ritorsioni su di loro e sui propri cari.
Vivono in tuguri, appartamenti di solito al pian terreno dei palazzi, con poca luce e poco spazio, proprio perchè sono considerate merce, pacchi da spostare qua e là quando per i "pappa" si mette male...esse non devono infatti fare amicizia con gli altri condomini, devono vivere segregate in casa controllate 24h su 24 e uscire solo per andare a battere sul marciapiede.
Molte ragazze, con le recenti leggi comunali, soprattutto a Roma, sono state tolte dalla strada dagli stessi protettori, causa le troppe multe comminate loro dai vigili urbani e avviate nei locali notturni, molti dei quali sono stati chiusi per sfruttamento appunto della prostituzione.
Purtroppo i Carabinieri, la Polizia, prima di compiere le cosiddette irruzioni, hanno bisogno di parecchie autorizzazioni ( l'Italia è un paese fenomenale in fatto di burocrazia) e alla fine il tempo passa senza che qualcosa di concreto venga fatto. A meno che non hai soldi e ti puoi rivolgere ad una agenzia investigativa, che, dietro lauti compensi, procura in un batter d'occhio prove e documenti per far chiudere il locale.
Comunque chi considera queste ragazze come " poco di buono" si sbaglia di grosso...sono donne incastrate dalla malavita, che hanno solo paura e stop. La vera prostituta batte quando vuole lei, di giorno, e vive una vita dignitosa, tranquilla, dorme di notte nel proprio letto e non muore di freddo battendo i denti sulla strada...soprattutto l'incasso è suo e non deve dividerlo con altri. Queste ragazze invece sono costrette a dare tutti i soldi guadagnati con lo schifo nel cuore ai protettori e loro si accontentano delle briciole. Non hanno soldi per campare, vivono come pezzenti, insomma non è come si crede: queste non sono ( per usare un termine volgare e ci scusiamo coi lettori) " mignotte" ma poverette che cercano aiuto ma non sanno come fare per paura.
Tante associazioni ci sono, ma non si fa mai abbastanza...la colpa è pure nostra, della nostra superficialità e pressapochismo. Cerchiamo di cambiare, perchè queste ragazze sono prima di tutto persone che hanno una dignità da difendere.